Studi di settore…

20 06 2007

Cerco di parlare il meno possibile di politica in questo blog, anche perché mi rendo conto di avere idee che a volte necessitano di una spiegazione, per non essere prese male e interpretate peggio…
Però questa polemica sugli studi di settore mi fa profondamente ridere, e anche molto incavolare…

In sostanza, e detto molto terra terra, se tu hai un’attività in proprio devi rispondere a questa specie di questionario, dichiarando praticamente tutto, dai consumi elettrici etc., e alla fine ottenere un risultato che è il tuo guadagno da quell’attività.
Questo risultato lo compari con quello che il governo ha previsto sia equo per il tuo tipo di attività.
Se dichiari di meno, e quindi dici che non è vero che quell’attività ti fa guadagnare quanto il governo pensa, scattano i controlli.

Cosa c’è che non va?
I guadagni previsti dal governo sono troppo alti…
E quindi? Partiranno i controlli se io ho dichiarato di meno, e quindi controlleranno quello che vogliono ma io tanto sono in regola…
Oppure no?
Ah, ecco il vero problema…

C’è uno strumento che ci permette di scovare gli evasori fiscali, personaggi che obbligano la gente onesta a pagare più tasse per coprire le loro evasioni, e non va bene, anzi, dovremmo adeguarlo affinchè scopra meno evasori…

Questo paese a volte penso si stia cercando di autodistruggere in tutti i modi…
E quando sento dire “si ma tu non capisci, in Italia rubano tutti, chi può ruba, con una legge del genere colpisci il piccolo commerciante che non fa lo scontrino…”
Posso anche capire, ma perchè il commerciante (che è secondo quel ragionamento un povero diavolo come me) non fa lo scontrino e io devo dichiarare fino all’ultimo centesimo di euro perché fatturo anche l’aria che respiro?


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12 responses

30 06 2007
pattymeet

sono d’accordo finalmente una legge veramente efficace e chi si lamenta ha l’occhio miope

1 07 2007
Ivy

purtroppo in Italia esiste una cultura dell’illegalità sempre da giustificare difficile, davvero difficile da debellare…

7 07 2007
angela pipitone

il mio ragazzo è un piccolo artigiano,lavora sei giorni su sette,10 ore al giorno,non può permettersi di stare a casa una settimana per un raffreddore,le sue ferie (in totale),sono di 15 gg l’anno.Paga l’inps e l’nail,e spesso deve attendere settimane prima che gli vengano chiusi i conti e qualche volta prende delle bidonate alle quali non può essere tutelato.Gli studi di settore di quest’anno gli hanno chiesto 1500,00€ in più di imposte irpef.Come mezzo di trasporto ha un’autocarro di 2°mano,e non veste firmato.Se lo stato vuole colpire l’evasione,dovrebbe controllare il reale stato di vita del lavoratore.Mi dite perchè lui per guadagnare la stessa somma di un impiegato statale deve lavorare 10 ore al dì,mentre l’ impiegato 6 ore settimanali.Può inoltre restare a casa se ha un semplice raffreddore,hadiritto ad almeno un mese di ferie l’anno, usufruisce degli assegni familiari, non si assume alcun rischio, inoltre viene retribuito anche se rende per il 30%.La chiamate giustizia? Forse non si ruba se si è dei finti malati?Forse non si ruba se invece di impiegare un’ora per ogni pratica se ne impiega almeno 5 ore?Oppure non rubano i nostri politici quando invece di essere presenti alle varie sedute di camera e senato,si favoriscono tra di loro esprimendo il voto anche per i colleghi assenti? Chi paga questi signori?Le imposte versate dalle imprese e dagli autonomi.La lealtà deve essere palese in ogni categoria sociale e politica.L’Italia non ha i conti in rosso solo per imposte evase ma anche e soprattutto per il grosso sperpero di denaro pubblico.I lavoratori statali sono tenuti a fare il loro dovere invece di passeggiare da una stanza all’altra a sorseggiare caffè,i politici devono svolgere le loro mansioni partecipando alla vita politica in modo corretto e non per aumentarsi lo stipendio.In ultimo:abbiamo assistito ad un inasprimento fiscale in questi ultimi anni,ma dove sono finiti i nostri soldi? Le infrastrutture,gli ospedali,i trasporti,la cultura ,la scuola sono vecchi e obsoleti per nulla modernizzati.Il cittadino che paga ha il dovere di pagare ma il diritto di viaggiare su treni moderni,su strade curate,di essere visitato negli ospedali in breve tempo e non subire lunghe liste di attesa,di essere curato in ospedali igienicamente sani e di non essere lasciato giorni e giorni in corsia in attesa che si liberi un posto letto,frequentare delle scuole con programmi aggiornati,in poche parole di vedere i propri soldi spesi con giusto criterio al fine di migliorare il bene comune piuttosto che per arricchire le tasche di pochi privilegiati

8 07 2007
Ivy

Non penso sia lo studio di settore il problema, questo ho detto…
Poi c’è gente che si spacca la schiena, come mio padre e come il tuo ragazzo.

Il problema del controllo della spesa pubblica che tu sollevi è sacrosanto, ma non vedo ancora dov’è il male negli studi di settore.
Alle persone oneste che non evadono le tasse lo studio di settore non crea alcun problema.

18 08 2007
Giorgio63

Ho 44 anni, finiti gli studi IPSIA ho trovato lavoro in una ditta di impianti elettrici, dove ho lavorato per 10 anni,ora sono 15 anni che sono artigiano, lavoro 10-12 ore al giorno,non posso permettermi di ammalarmi, non ho una tredicesima, non ho le ferie pagate, non avro’ una liquidazione, non sono tutelato da nessuno, mi pagano le fatture quando vogliono i clienti, a volte devo anticipare iva e materiali, nel 2000 sono finito nel fallimento di una ditta, ho speso 2 milioni delle vecchie lire di avvocato e non sono riuscito a prendere UNA lira, l’iva versata della fattura non l’ho incassata ma allo stato l’ho dovuta pagare.
Perche’ lo stato non permette di scaricarmi tutte le spese sostenute.
Pensate che posso detrarmi solo la meta’ degli interessi del mutuo,perche’ supero la soglia massima, cosa vuol dire che l’altra meta’ devo ricavarla evadendo il fisco?
Ogni anno lo stato chiede sempre di piu’, ora basta, mi sembra che stanno esagerando, vorrei che un qualsiasi ministro venisse a lavorare un anno con me, con gli stessi doveri e….. piaceri.
Forse e’ inutile lamentarsi, l’Italia e’ il paese dei furbetti di quartiere, non delle persone oneste che si rompono la schiena per vivere.
Saluti Giorgio

1 09 2007
Ivy

Se ci hai fatto caso sono aumentate le entrate dello Stato, e se noi persone oneste abbiamo continuato a pagare vuol dire che anche qualcun altro lo ha fatto… Io penso che la lotta all’evasione sia la chiave, che se tutti pagassero come facciamo noi le cose migliorerebbero, certo che se invece la soluzione, come suggerisce il genio Bossi, e l’evasione come sciopero…
Secondo me continueremmo in questo caso a pagare sempre e solo noi poveri scemi…

21 11 2008
guido71

Il problema dello studio di settore dipende dall’uso che ne fa l’Agenzia delle Entrate. Siccome con gli studi di settore vengono PRESUNTI, NON “ACCERTATI”, dei redditi, l’uso corretto dovrebbe essere quello di far partire una verifica. Un po’ come le analisi del sangue, se i valori sono sballati, si controlla. L’uso reale invece, è quello di dogmi inviolabili: è il contribuente che deve fornire la prova contraria (e spesso neanche basta). Peccato che la prova contraria sia pressoché impossibile: come faccio a dimostrare di non avere fatto del nero, se il nero non lascia traccia? Non a caso la prova negativa viene definita “probatio diabolica”. La realtà è che dovrebbe essere il fisco a dimostrare l’evasione, non il contribuente la non evasione! E’ un po’ come richiedere al paziente che ha le analisi sbagliate di fornire la prova di essere sano…

21 11 2008
Ivy

Il 2697 cc sull’onere della prova è chiarissimo:

Chi vuol far valere un diritto in giudizio deve provare i fatti che ne costituiscono il fondamento.
Chi eccepisce l’inefficacia di tali fatti ovvero eccepisce che il diritto si è modificato o estinto deve provare i fatti su cui l’eccezione si fonda.

Se l’agenzia delle entrate ti contesta dei fatti, ammettendo come prova lo studio di settore, sei tu che, se ritieni che quei fatti non siano prova certa di una tua colpa, a dover provare questa eccezione.

Non ci vedo nulla di assurdo… L’esempio delle analisi mediche proprio non calza, quello è un dato scientifico, e ha i suoi metodi per essere eventualmente messo in discussione. Se fai le analisi e i dati sono sbagliati, dubito che tu vada dal dottore a contestarli, ti curi…

Ma se io voglio accusarti di diffamazione ad esempio devo portare delle prove a sostegno, ma se tu dici che sei innocente, devi smentire le mie prove… Dov’è lo scandalo?

22 11 2009
Giorgio

Lo scandalo è che lo studio di settore NON E’ e non potrà mai essere UNA PROVA! Si tratta di un calcolo statistico. E i calcoli statistici sono quella cosa per cui quando uno ha mangiato QUATTRO POLLI ARROSTO e un’altro NESSUNO, dicono invece che ne hanno mangiati DUE A TESTA! Di fatto, il modo in cui sono utilizzati gli studi di settore, con l’inversione dell’onere della prova, rappresenta una vera e propria ESTORSIONE DI STATO…roba da sceriffo di nottingham, per intenderci. Provare per credere…

3 04 2012
remo

Ma sei scema! al meno così un po’ di tasse le pagano anche gil evasori

3 04 2012
Ivana

Grazie per l’insulto

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